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1895:

i raggi x

Una scoperta per caso...... che ha rivoluzionato il mondo della medicina!

Conosciuti principalmente per il loro utilizzo in campo medico come metodo di indagine, i raggi X, attraverso le radiografie, hanno permesso alla scienza di vedere letteralmente attraverso il corpo umano. Prima della loro scoperta, fratture e lesioni interne erano diagnosticate ed esaminate soltanto con l’intervento del bisturi. I raggi X vengono scoperti in circostanze particolari e grazie alla casualità...... leggi di più

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ambulanze radiologiche

La nascita della radiologia

L’8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l’esistenza dei raggi-X..... leggi di più

I raggi x e la Grande Guerra

Poco tempo dopo lo scoppio della Grande Guerra,  l’idea che si trattasse di una guerra lampo, crollò rovinosamente. Si presentò sul piano sanitario la necessità di affrontare il problema dell’enorme afflusso di feriti provenienti dai campi di battaglia e dalle città devastate. Da un lato si erano prodotti potenti strumenti di morte, dall’altro si mobilitarono uomini e strutture per cercare di salvare vite umane o di attenuare gli effetti di ferite invalidanti.

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Dal sangue la rivoluzione delle donne

Si arruolarono, furono infermiere, operaie, si sostituirono ai mariti: così cominciò l’emancipazione.... leggi di più

Il tragico rovescio

della medaglia....

raggi X e castrazione chirurgica nei campi di concentramento.

Vi furono anche degli esperimenti condotti dal Dott. Schumann, medico e direttore del centro della morte nel programma di eutanasia a Grafeneck. Viktor Brack, un funzionario della Cancelleria molto attivo nel Programma T4 (l’eliminazione dei disabili tedeschi), aveva escogitato un impianto di sterilizzazione sulla falsariga di una catena di montaggio, operante “in modo del tutto impercettibile” da dietro un banco. Alla vittima ignara si doveva far chiedere di riempire dei moduli, operazione destinata a durare per due o tre minuti. Il funzionario seduto dietro il banco metteva in funzione l’apparecchiatura ruotando un interruttore che attivava simultaneamente due valvole termoioniche a raggi X (poiché l’irradiazione doveva operare da entrambi i lati). Con un’installazione a due valvole potevano essere sterilizzate circa 150-200 persone al giorno e quindi, con venti installazioni, sino a 3000-4000 al giorno. Questa era l’idea proposta da Brack, che andava perfettamente d’accordo con l’ideologia nazionalsocialista.

I soggetti sperimentali (maschi giovani abbastanza sani e ragazze di età poco inferiore o poco superiore a vent’anni) venivano allineati in una sala d’attesa e introdotti uno per uno, spesso completamente all’oscuro di ciò che si stava preparando per loro. Nella versione successiva, più complessa, del macchinario, le ragazze venivano poste fra due lastre che comprimevano loro l’addome e il dorso; gli uomini poggiavano il pene e i testicoli su una lastra speciale. Schumann azionava poi la macchina che emetteva un forte ronzio, e la durata del trattamento arrivava fino a otto minuti. Molte donne uscirono dall’applicazione con ustioni notevoli, che potevano infettarsi; molte svilupparono sintomi di peritonite, fra cui febbre, forti dolori e vomito. Dopo l’esposizione ai raggi X, le ovaie delle donne venivano asportate chirurgicamente ed esaminate in laboratorio per accertare se i raggi X fossero stati o no efficaci nella distruzione dei tessuti. Gli uomini non subivano una sorte migliore. Oltre agli eritemi da scottatura attorno allo scroto, i posteriori racconti delle vittime parlano della raccolta del loro sperma, e del brutale massaggio della prostata per mezzo di pezzi di legno introdotti nel retto. Veniva poi effettuato un intervento chirurgico al fine di asportare un testicolo, o entrambi. Gli sviluppi postoperatori erano disastrosi e comprendevano emorragie, setticemie, assenza di tono muscolare conseguente alle ferite, cosicché molti morivano rapidamente, mentre altri venivano mandati a fare un lavoro che li avrebbe fatti morire in poco tempo.

Cosi  ricorda un’Ebrea greca:

"Verso la metà del marzo 1943 fui deportata insieme con altri Ebrei di Salonnico a Birkenau nell’estate 1943 durante l’appello mattutino la capo-blocco chiamò un certo numero di prigioniere, me compresa. Fummo condotte sotto sorveglianza ad Auschwitz, nel blocco nr 10, dove si trovano già altre donne e giovani greche. Un giorno apparve il dr Schumann, il suo cognome mi fu riferito durante la permanenza nel blocco 10, che ordinò a tutte le giovani di farsi avanti, poi ne indicò alcune, me compresa, di cui annotarono il numero di matricola. Il giorno dopo ci portarono di nuovo a Birkenau, dove fummo sottoposte ad irradiazioni di raggi X, ci fecero entrare e spogliare in una stanza, dalla quale fummo chiamate una alla volta in un’altra stanza buia, in cui c’erano due persone, il dr Schumann e un aitante. Quest'ultimo mi applicò sul corpo due lastre, una sul ventre e una sulle spalle. Il dr Schumann si rifugiò in una cabina sicura, mi osservò attraverso un finestrino e azionò l’attrezzatura cui erano collegate le lastre per alcuni minuti, non saprei dire precisamente quanti. In una giornata facemmo ritorno ad Auschwitz. Lungo la strada vomitammo tutte. Non sapevamo cosa ci avevano fatto. Dopo alcuni giorni sul posto in cui erano state applicate le lastre comparvero ferite purulenti. Dopo circa due mesi ci spedirono di nuovo a lavorare a Birkenau anche se le nostre ferite non erano ancora rimarginate. Un giorno durante l’appello mattutino fu chiamato il mio numero e quello delle ragazze sottoposte a raggi X. Ci portarono di nuovo ad Auschwitz, nel blocco nr 10, dove fummo visitate dal dr Samuel, il quale scelse Giada e Bella per l’operazione, che eseguì, se ricordo bene, lo stesso giorno, nello stesso blocco nr 10 in cui erano alloggiate. Verso il novembre del 1943 portarono me ed altre 9 ragazze nel blocco 21, dove fummo operate. Nell’anticamera della sala operatoria dovemmo spogliarci e ci fu fatta un’iniezione che mi fece perdere i sensi nella parte inferiore del corpo. Dopo un po’ mi portarono in una sala operatoria, dove si trovavano il dr Schumann, il dr Dering, un altro medico detenuto e la dottoressa Brewda. Quest’ultima mi teneva su il morale. Un paravento divideva la parte superiore del mio corpo da quella inferiore. So che mi operò il dr Dering, assistito dal medico detenuto. Dopo l’operazione mi portarono di nuovo al blocco nr 10. Giacemmo tutte lì gridando dal dolore. Bella morì durante la notte. Buena aveva un’orribile ferita aperta, come le nostre, purulenta. Dopo un mese o due, nel blocco apparve il dr Schumann, che guardò le nostre ferite e ordinò di spedirci di nuovo al lavoro a Birkenau sebbene riuscivamo a muoverci ancora a fatica. Ciò significava la morte certa di Buena, la cui ferita risultava ancora grave. Morì infatti a Birkenau".
 

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