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I raggi x e la Grande Guerra
Poco tempo dopo lo scoppio della Grande Guerra, l’idea che si trattasse di una guerra lampo, crollò rovinosamente. Si presentò sul piano sanitario la necessità di affrontare il problema dell’enorme afflusso di feriti provenienti dai campi di battaglia e dalle città devastate. Da un lato si erano prodotti potenti strumenti di morte, dall’altro si mobilitarono uomini e strutture per cercare di salvare vite umane o di attenuare gli effetti di ferite invalidanti.
Verso la metà di ottobre 1914 più di diecimila feriti furono trasportati via mare o per via ferroviaria verso ospedali francesi ed inglesi messi prontamente a disposizione. Tuttavia le risorse sanitarie del momento non risultarono comunque sufficienti e, come del resto si verificò in tutte le nazioni in conflitto, si dovette fare ricorso a strutture private o di volontari tra cui, in particolare, ebbe un ruolo preponderante la Croce Rossa.
L’enorme afflusso di feriti da proiettili e da schegge di granate portò in primo piano l’esigenza di un vasto impiego di apparecchiature radiologiche per aiutare i chirurghi nell’individuazione della posizione di corpi estranei da estrarre dal corpo dei feriti. Le apparecchiature radiologiche avevano già in precedenza dimostrato ampiamente la loro utilità nell’ambito militare, a partire dal primo impiego in assoluto, operato nel maggio 1896 da parte del colonnello Giuseppe Alvaro all’ospedale militare di Napoli su due soldati feriti il 1 marzo 1896 nella battaglia di Adua: la scoperta dei raggi X era stata annunciata ufficialmente da Röntgen il 28 dicembre 1895 , appena cinque mesi prima dell’intervento effettuato da Alvaro.
All’inizio della prima guerra mondiale quasi tutti gli eserciti si erano dotati di apparecchiature radiologiche, sia con impianti mobili sia con impianti fissi presso gli ospedali militari, tuttavia nessuno aveva ipotizzato la necessità di un impiego così massiccio e diffuso che coglieva radicalmente impreparate le strutture sanitarie militari.
La consapevolezza, tuttavia, della assolutamente eccezionale novità della “guerra totale”, come si era da subito manifestata, e così tecnologicamente avanzata, aveva convinto gli stati maggiori di tutte le parti in campo a coinvolgere direttamente sul piano militare le figure più esperte di allora sull’impiego dei raggi X selezionandole tra le più competenti sul piano scientifico.
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