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La radiologia militare in Francia.

Il ministro della guerra, Alexandre Millerand, aveva contattato fin dall’inizio delle ostilità Maria Curie, già Premio Nobel per la Fisica nel 1903 e Premio Nobel per la Chimica nel 1911, che aveva dato immediatamente la sua piena disponibilità per la progettazione e la realizzazione del piano radiologico militare.

 

Il primo di gennaio 1915 Maria Curie scriveva al Fisico Paul Langevin, suo amico :

Sono decisa a mettere tutte le mie forze a disposizione della mia patria d’adozione, poiché in questo momento non mi è possibile fare nulla per la mia sfortunata patria nativa …”.

 

Le difficoltà che Maria si trovò ad affrontare furono subito numerose:

  • prima di tutto non fu possibile progettare un unico tipo di impianto fisso, in quanto la distribuzione dell’energia elettrica in Francia era tutt’altro che uniforme: in alcune zone la rete era a tensione continua e in altre era di tipo alternato, e lo stesso voltaggio cambiava da zona a zona. Nei casi in cui la corrente elettrica di rete non era disponibile furono predisposti dei gruppi elettrogeni che fornivano anche l’illuminazione negli ospedali da campo. 

  • Risolto il problema dell’alimentazione elettrica, Maria Curie si occupò direttamente del progetto delle sale radiologiche negli ospedali militari.

Dove riuscì ad essere particolarmente sorprendente fu nella progettazione di ambulanze radiologiche destinate all’assistenza in vicinanza delle prime linee.Maria Curie riuscirà lei personalmente ad allestire 18 vetture radiologiche, realizzate con l’aiuto di donazioni da parte di privati cittadini, che, oltre a fornire le vetture, in alcuni casi forniranno anche i fondi per l’allestimento radiologico. Un aiuto prezioso sarà costituito dalle risorse messe a disposizione dal “Patronage National des Blessée”, il patronato nazionale dei feriti di guerra.

 

Ad ulteriore testimonianza del totale coinvolgimento a tutti i livelli della popolazione civile, Maria Curie ricorderà con orgoglio che “la prima vettura radiologica realizzata di mia iniziativa è stata fornita dall’ Unione delle Donne Francesi ed equipaggiata a loro spese”.

Le ambulanze radiologiche mobili leggere passeranno alla storia con il nome di “Petites Curie”.

Maria Curie non si limitò alla progettazione e alle direttive sulla gestione delle apparecchiature, ma curò con grande cura e attenzione la preparazione del personale medico e ausiliario coadiuvata efficacemente dalla figlia primogenita Irene. Maria si recherà anche al fronte, accompagnata da Irene, per istruire e formare il personale militare non abituato ad utilizzare apparecchiature radiologiche.

 

Organizzati nel 1917 corsi specifici per giovani donne presso l’Istituto del Radium, da lei diretto, preparerà 150 ausiliarie di radiologia.I programmi comprendevano lezioni teoriche sull’elettricità e i raggi X, e lezioni di anatomia, con esercizi pratici, per una durata complessiva di sei mesi.

La formazione era destinata soprattutto a personale femminile infermieristico, sia militare che della Croce Rossa, ma anche a giovani donne senza titoli particolari. 

Accompagnata dalla figlia Irene, Maria non disdegnerà di occuparsi direttamente della esecuzione di esami radiologici e, sia lei che la figlia, si esporranno a dosi di radiazioni tutt’altro che trascurabili.

 

A questo proposito vale la pena di ricordare che l’unico tipo di tubo generatore dei raggi X disponibile in quel momento era il tubo di Crookes. Le condizioni di funzionamento di questo tipo di tubo radiogeno venivano obbligatoriamente controllate esaminando il tipo di fluorescenza che si produceva al suo interno durante l’emissione di radiazioni, il che impediva la possibilità di racchiuderlo in una conveniente schermatura, che in ogni caso poteva essere solo parziale.

Nonostante gli addetti fossero dotati di protezioni alquanto rudimentali (ma talvolta nemmeno di queste), la possibilità di forti esposizioni era tutt’altro che remota, anche considerando le condizioni di pesante emergenza in cui si potevano trovare a dover operare.

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