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L'arcobaleno

Dopo un acquazzone, quando il sole timidamente sbuca tra le nuvole, si presenta maestoso lo spettacolo dell'arcobaleno, che da sempre ha affascinato adulti e bambini. L'aria è ancora piena di migliaia di goccioline

Newton e il prisma ottico

Nel 1676 Newton dimostrò che la luce bianca proveniente dal sole è, in realtà, composta da raggi colorati che, passando attraverso un prisma di vetro, vengono rifratti con angoli diversi, separandosi. Questo fenomeno è noto come DISPERSIONE DELLA LUCE e si verifica anche nel fenomeno dell'arcobaleno.

di acqua, dentro le quali i raggi di luce rimangono intrappolati, riflettendosi più volte, fino a quando, trovando l'inclinazione giusta, fuoriescono, scomposti in sette colori: rosso, giallo, arancione, verde, azzurro, indaco e violetto.

 

Già Aristotele aveva  intuito la natura di questo fenomeno naturale, spiegandolo con "la riflessione della luce del sole sulle nuvole; per questo" affermava " lo vediamo di fronte al sole".

I colori corrispondono a sette lughezze d'onda diverse, maggiore per il rosso, minore per il violetto, ognuna delle quali viene rifratta con un angolo leggermente diverso dalle altre. Il raggio di luce bianca, dopo aver inciso sulla superficie di vetro, viene deviato emergendo dalla parte opposta scomposto nelle sue componenti.

Perchè l'arcobaleno

 

 

I raggi solari incidono sulle gocce di acqua sospese nell'aria, che possiamo supporre sferiche. Passando da un mezzo meno denso (aria) ad uno più denso (acqua) vengono deviati secondo le leggi della rifrazione.

Si dividono, quindi, in fasci colorati, perchè l'angolo di rifrazione varia con la lunghezza d'onda; all'interno della goccia avviene, così, la DISPERSIONE della luce.

Arrivati sulla parete opposta , la goccia funge da specchio (RIFLESSIONE), poichè incidono con un angolo superiore all'angolo limite. I raggi scomposti riescono nella direzione dell'osservatore. Affinchè tutto questo avvenga, è necessario che l'angolo tra la direzione del raggio solare e la direzione dello sguardo dell'osservatore, sia di circa 42° e il sole si deve trovare alle spalle di chi guarda.

 

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